Parte dall’Università di Catania il progetto per la conversione in energia elettrica degli scarti della lavorazione degli agrumi: energia pulita che proviene solo dal meglio della Sicilia e che in futuro sarà possibile sfruttare per coprire il consumo di elettricità di più di 300 abitazioni.È frutto dalla collaborazione del Distretto Agrumi di Sicilia e dall’Università di Catania il progetto che vuole convertire in energia buona e pulita gli scarti degli agrumi: polpe, semi e bucce di arance e limoni potranno essere utilizzate per creare energia bastevole per illuminare più di 333 abitazioni.
Questo è l’obiettivo dell’impianto pilota alla base del progetto denominato “Energia dagli agrumi” elaborato dall’Università catanese e dalla cooperativa Empedocle e finanziato anche grazie a Coca Cola Foundation: usufruendo della digestione anaerobica per la produzione di elettricità, biometano, bioprodotti e nutrienti per il terreno si potranno risolvere ben due fondamentali problemi, ovvero da una parte quello relativo allo smaltimento dei residui agrumicoli nella Regione Sicilia la cui quantità è talmente elevata da poter bastare ad alimentare altri impianti come quello pilota, e dall’altra parte rifornire le abitazioni di energia sostenibile e pulita.
Gli agrumi che cambiano il mondo
L’impianto così creato utilizza il cosiddetto ‘pastazzo’ degli agrumi, lo scarto, a tutto vantaggio dell’ambiente sia perché non si rischierà più di accumulare rifiuti e scarti industriali sia perché si produrrà energia elettrica pulita. L’impianto progettato, infatti, riesce ad attivare un generatore di energia capace di produrre 1 Megawatt di elettricità, bastevole ad alimentare una media di trecento abitazioni. Considerando che oggi dalla produzione industriale di succo di agrumi si ottengono residui pari al 60% dei prodotti usati, questi scarti, che comportano spese elevate e che solo in parte vengono riutilizzati nel settore agricolo come mangime per gli animali, potrebbero realmente fare la differenza diventando risorse capaci di ribaltare l’attuale situazione industriale.
Questi scarti, se usati per alimentare l’impianto messo a punto dall’Università di Catania, andrebbero a generare un vantaggio economico che si tradurrebbe nel risparmio di oltre dieci milioni di euro l’anno, impiegati attualmente per lo smaltimento di oltre 340 mila tonnellate di rifiuti prodotti in un anno. Se da una parte quindi si andrebbero a risparmiare economicamente cifre esorbitanti che potrebbero essere meglio investite per lo sviluppo della Regione Sicilia, dall’altra si andrebbero a creare per la prima volta degli impianti ecosostenibili in grado di generare solo energia pulita.
Gli agrumi che aiutano l’ambiente
Naturalmente dopo lo sviluppo di questo primo impianto capace di convertire i rifiuti degli agrumi in energia sostenibile, l’idea è quella di estendere il progetto a tutta la Sicilia e mettere in moto un network di impianti che potrebbero finalmente risolvere in modo definitivo il problema dei residui agrumicoli. L’unica pecca, se così si può considerare, del progetto è che per far ciò bisogna mettere a punto in tutta la regione almeno venti impianti uguali a quello progettato: tutti questi impianti, infatti, riutilizzerebbero un sottoprodotto come il pastazzo rendendolo una risorsa valida a tutti gli effetti, conferendo maggior valore all’innovazione tecnologica.
Inoltre, proponendo sia al settore pubblico che al privato progetti in grado di cambiare i rapporti tra le aziende della filiera produttiva si favorirebbe un cambiamento generale di tutto il settore, oltre a porre l’attenzione sul problema della sostenibilità ambientale e sulla conversione delle energie pulite.